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“Che cos’è poesia? Spunti di vista per abitare poeticamente il mondo”, molto più che un semplice saggio critico

  • Immagine del redattore: Cecilia Martino
    Cecilia Martino
  • 13 dic
  • Tempo di lettura: 2 min
Copertina libro Cecilia Martino Che Cos'è Poesia?

“Che cos’è poesia? Spunti di vista per abitare poeticamente il mondo” di Cecilia Martino è un’opera che assomiglia più a un itinerario iniziatico che a un semplice saggio critico; il libro nasce dalla sedimentazione di dieci anni di scritture, riflessioni e dialoghi interiori nati sul blog dell’autrice “ilmestieredeldare”, e conserva infatti l’immediatezza, la fragilità feconda e la spontaneità del pensiero che si elabora mentre accade.


L’autrice non dichiara mai di voler definire la poesia: piuttosto la lascia affiorare, come si lascia emergere un ricordo, un’immagine o un’intuizione; la sua è una visione della poesia come esperienza spirituale, come modo di stare al mondo. Verso dopo verso, riflessione dopo riflessione, si ribadisce la convinzione che poetare significhi innanzitutto vivere “originariamente”: tornare alle Origini – quelle dell’anima – per abitare la realtà con uno sguardo rinnovato e partecipe – «Essere poeticamente al mondo è portare avanti una silenziosa rivoluzione interiore a beneficio di tutti. Poiesis non è un mestiere letterario, è un fare anima. Qualcosa di più prossimo all’essere, all’essere originali, ovvero tornare alle Origini. E non c’è dimensione più originaria dell’anima. È un mestiere del dare, del darsi, dell’amore».


La poesia diventa così un atto etico, una forma di resistenza silenziosa e simbolica al letteralismo e all’impoverimento della parola contemporanea. Il libro attraversa territori molteplici: filosofia, mistica, yoga, estetica giapponese, letteratura occidentale e orientale, saudade portoghese; tutto confluisce in un tessuto che è insieme colto e intimo, volto a tenere il pensiero in uno stato di costante apertura, lasciando che le parole abbiano la stessa spaziosità dei silenzi da cui germogliano.


Molto interessante è la dimensione “pratica” del libro: l’autrice invita il lettore a incarnare la poeticità nel quotidiano attraverso piccoli gesti, nuove posture interiori, modi diversi di ascoltare, guardare e articolare pensieri. Poesia come “mestiere del dare”, come disponibilità a offrire tempo, attenzione, gentilezza e spessore: un invito che risuona con forza soprattutto in un’epoca in cui la comunicazione è rapida, distaccata, performativa e orientata all’efficienza più che alla costruzione di una connessione autentica.


In “Che cos’è poesia? Spunti di vista per abitare poeticamente il mondo”, la poesia non è solo un raffinato genere letterario ma è un modo di attraversare l’esperienza umana, di lasciarsi modellare dagli incontri, di accettare le crepe e la fragilità come spazi di rivelazione, proprio come insegna l’arte del Kintsugi giapponese. Un testo da leggere lentamente, come si approccerebbe un diario sapienziale o un libro-oracolo, e che domanda al lettore non solo di capire ma di sentire.


Giovanni Viola, Metropoli.online


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