Mariangela Gualtieri Il quotidiano innamoramento
"Se è ancora qui è per tornare a casa, al punto giusto della luce, nè dopo, nè prima".
Riposta sul palco come specie rara, eretta in bilico tra un passo indietro e un braccio avanti, vestita di sole parole non sole e di uno sfondo nero avvolgente come la materia oscura tra i corpi celesti e melodiosi. Così appare d'un tratto Mariangela Gualtieri. Al punto giusto della luce, nè dopo, nè prima.
Lo sfondo nero mi par quasi che la inghiotte, invece no, ne sostiene la brace e il sollevamento e a tratti restituisce bagliori come fossero puntini luminosi nel vuoto siderale, degno sfondo per la parola creatrice, quasi fosse il mantra stesso della procreazione, degno sfondo per le parole pronunciate, date e affidate all'ascolto plenario, degno sfondo per le parole consacrate dalla voce piena, affabile e senza macchia di Mariangela Gualtieri.
Ieri, in una notte stellata e calda d'estate in picchiata, all'Arena Gigli di Porto Recanati, la poetessa ha sfibrato ogni corda possibile di quel sentimento comune eppur divino che è l'amore, comunicando potentemente adagiata nella sua comoda culla di taccuino poetico, tutte le meraviglie di creazione, creature e creato. Una potenza, Mariangela Gualtieri, che la presenza scenica del suo habitus teatrale spiega solo in parte, perché spiegare non rende l'avvicendamento di quanto accade dal suo corpo in scena, dalla sua voce in piena, dal suo fluttuare in vena, come spirito parlante una lingua nuova eppure universale, un timbro ancestrale che scuote le ossa e il firmamento. E come spiegare - nella ritualità poetica che Mariangela indossa con umile fierezza d'Essere - che alla ritmica dei sui canti seguissero, come contrappunti, svolazzi improvvisi di pipistrelli, scintillii di gesta improvvisati dal reame degli astanti, non solo in forma umana lì presenti, ma anche animale e vegetale, quasi a voler corrispondere istantaneamente alla grande invocazione dell'Amore assoluto cantato e profuso in risonanza cellulare dalla Musa su quel palco. Amore in prossimità e in lontananza, amore carnale e sublimato, amore terrestre e devozione celeste, amore evocato, compianto, pianto ma mai rimpianto perché coraggiosamente vissuto e da vivere, amore in ogni manifestazione del creato: dai bambini "divinità domestiche", agli animali propagazione di fusa come traboccante felicità d'esistenza, alla terra che ci ospita con le sue strabilianti fioriture, a quel tutto che è anche uno e che merita un mai definitivo Ringraziamento. Al dire grazie non si è mai troppo avvezzi, e se c'è una corda che la Poesia incarnata osa intonare senza troppi ripensamenti, è proprio quella della celebrazione della Vita, a tutti i costi perché vivere non è un costo, è dono, è il dono. Adesso fa notte - fa preghiera. Apre le serrature del silenzio fa apparire la mappa siderale e ci inginocchia per quello spazio immenso fra qui e l'orlo del cominciamento quando le spine dorsali stanno tutte stese. (Da Senza polvere senza peso) E proprio al Ringraziamento Mariangela dedica la parte finale del rito, il suo saluto, la sua sintesi geniale che chiama in causa altri poeti (Borges in primis) e le sue poesie tutte come un compendio di energie sublimi ad intonare gratitudine "non a voce sola". Perché alla fine, sono tutte unite le rime dei poeti, e degli uomini e delle donne all'unisono della loro umanità divina, all'origine silenziosa da cui ardiscono attingere le parole, allo sfondo nero che ne risalta la luce. Destinazione finale: l'amore, quotidiano stupore, delicatezza mite e tocco raro. L'avvertimento sottile, il monito maturo di anima compiuta: sii dolce, sii gentile… "È breve il tempo che resta. Poi saremo scie luminosissime. E quanta nostalgia avremo dell'umano. Come ora ne abbiamo dell'infinità." IL VIDEO DEL SALUTO FINALE E INTONAZIONE DELLA POESIA "RINGRAZIARE DESIDERO"
M'inchino alla Poesia
Ringraziare desidero
In quest'ora della sera da questo punto del mondo Ringraziare desidero il divino labirinto delle cause e degli effetti per la diversità delle creature che compongono questo universo singolare ringraziare desidero per l'amore, che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità per il pane e il sale per il mistero della rosa che prodiga colore e non lo vede per l'arte dell'amicizia per l'ultima giornata di Socrate per il linguaggio, che può simulare la sapienza io ringraziare desidero per il coraggio e la felicità degli altri per la patria sentita nei gelsomini e per lo splendore del fuoco che nessun umano può guardare senza uno stupore antico e per il mare che è il più vicino e il più dolce fra tutti gli Dei ringraziare desidero perché sono tornate le lucciole e per noi per quando siamo ardenti e leggeri per quando siamo allegri e grati per la bellezza delle parole natura astratta di Dio per la scrittura e la lettura che ci fanno esplorare noi stessi e il mondo
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